Letteratura Infanzia: un plusvalore nella didattica

22.08.2019

Estratto da "Che cos'è la letteratura per ragazzi" è comparso lo scorso 18 luglio sul sito https://www.ibbyitalia.it/  di Daniela Palumbo. La letteratura per ragazzi è...letteratura. Non è una letteratura di serie B, ma una letteratura capace di cambiare lo sguardo. Perché è lo sguardo che contiene il punto di vista del bambino. Uno sguardo che abbiamo il privilegio di conservare, ma che ci interroga, anche come adulti. La narrazione del mondo dal punto di vista del bambino non confeziona risposte, ma può moltiplicare dubbie e attese. Una delle differenze che intravedo è nel linguaggio. La letteratura per ragazzi ha un linguaggio universale, perché sa parlare ad adulti e bambini, a qualunque latitudine. Il viceversa è più difficile.

Anche l'età del destinatario ha delle conseguenze interessanti nell'ottica delle differenze. Il lettore bambino è un essere umano in divenire. Sì, d'accordo, siamo tutti in divenire, anche noi adulti, ma per un ragazzo è diverso. Si tratta di dare radici alla propria identità, che rischia di frantumarsi nella difficoltà di vivere la complessità della realtà. La posta in gioco è, dunque, capire qual è il proprio posto nel mondo. Che non è banalmente capire il proprio, utile, posizionamento dentro l'esistenza umana. Ma in gioco ci sono le tracce che decideremo di lasciare lungo quel passaggio. D'altronde, è sempre il viaggio che conta, non la meta.(...)

L'incontro con un libro può essere determinante? Certo che sì. Una storia è determinante per illuminare zone d'ombra a cui non avevamo dato significato, per cercare dentro di sé parole nuove: e sono le parole che costruiscono il pensiero, ogni parola nuova che nominiamo è un pezzo di realtà che scopriamo, inventiamo, liberiamo. Un libro per ragazzi mette in atto un processo di narrazione del mondo che diventa un vero e proprio percorso di educazione sentimentale, oltre che di lettura critica del reale. Non intendo dire, però, che si debbano leggere libri dove assimilare un modello edificante e monocorde. E nemmeno che solo i libri con argomenti complessi, difficili, siano ascrivibili alla formazione. Anche l'ironia, la leggerezza, la letteratura distopica e quella fantasy, quella d'amore, quando è intelligente, trovo che possano avere un valore formativo in chiave positiva. L'importante è che siano libri capaci di parole che restano, che meravigliano, che sappiano precipitare dentro il cuore e in fondo all'animo, facendo intuire mondi inesplorati dentro di sé.