Letteratura e Insegnamento

22.08.2019

Raccolta di citazioni tematiche da due testi molto utili ai fini educativi e didattici: Insegnare con la letteratura (S. Giusti, 2011) e Insegnare con la letteratura fiabesca (R. T. Bruno, 2018)

Citazioni utili da "Insegnare con la letteratura, Simone Giusti, Zanichelli 2011"

Non è infatti la scuola stessa, il Ministero a chiedere all'insegnante di italiano di farsi carico non solo del lavoro sulle competenze linguistiche, ma anche della crescita della persona, della sua educazione, delle sue competenze di cittadinanza? E' a partire da questo contesto e riagganciandomi alla tradizione didattica di Gianni Rodari - il quale ha sostenuto con forza fin dai primi anni 70 l'idea che attraverso le storie fosse possibile sviluppare la creatività dei bambini - che intendo sostenere che la didattica dell'italiano fondata sull' utilizzo degli strumenti propri della letteratura renda davvero possibile contribuire allo sviluppo di competenze linguistiche, di competenze sociali e di competenze di orientamento. (... ) il dibattito sul ruolo dell'insegnante e sulla funzione della letteratura é in corso da circa 40 anni quasi 50 ormai se risaliamo all'eretica "Lettera a una professoressa" della scuola di Barbiana..( ...) Todoroff uno dei massimi esponenti delle teorie strutturaliste che in passato hanno sostenuto la specificità del linguaggio poetico del testo letterario, di recente, parlando proprio di Didattica della letteratura, ha dichiarato che la vera frontiera non è fra testo di finzione testo argomentativo, ma tra testo narrativo e testo argomentativo, riprendendo la classificazione elaborata da Bruner (...)Di due distinte modalità di pensiero: il pensiero logico scientifico o paradigmatico (...) e il pensiero narrativo, che si occupa del particolare, delle intenzioni e delle azioni dell'uomo, delle vicissitudini e dei suoi risultati. Il testo letterario, sulla scorta delle indicazioni Wolfgang Iser, sarebbe per Gianni Rodari - il quale ha sostenuto con forza fin dai primi anni 70 l'idea che attraverso le storie fosse possibile sviluppare la creatività dei bambini - che intendo sostenere che la didattica dell'italiano fondata sull' utilizzo degli strumenti propri della letteratura renda davvero possibile contribuire allo sviluppo di competenze linguistiche, di competenze sociali e di competenze di orientamento. (pp. VIII - XV)

Bombardati da storie scelte o inventate per vendere uno stile di vita dei bisogni e poi prodotti e servizi utili a soddisfare proprio che i bisogni. Bombardati da storie che rappresentano la scuola come un posto pericoloso e da sfigati (...) i miei alunni (...) abitano un mondo che fornisce loro una quantità pressoché infinita di storie prodotte da esperti di narrazioni allo scopo intenzionale ed esplicito di rendere accettabili e credibili esperienze politiche, commerciali, militari, ecc...

(...) e proprio mentre ci troviamo sotto il bombardamento, ci vengono a chiedere di divenire artisti della vita, costruttori di identità individui capaci di scegliere e di gestire le conseguenze delle nostre scelte (...) Perennemente occupati a scrivere e riscrivere la sceneggiatura della nostra vita. Provo una certa orgogliosa preoccupazione per i miei alunni e anche per me stesso, se penso che noi tutti siamo costretti a vivere una vita sperimentale priva di modelli di riferimento provenienti dalla tradizione in cui dobbiamo fabbricarci delle identità a partire da una quantità di materiali da costruzione enorme (...) un lavoro pressoché infinito, durante il quale dovremmo sviluppare competenze degne di un narratore: saper scegliere fra i tanti materiali messi a disposizione dall'esperienza diretta e dall'esperienza mediata dalla TV, dalle altre agenzie di storytelling, saper mettere in ordine i materiali e dare una struttura alla confusa realtà in cui viviamo (...) Per fortuna la scuola italiana nel mentre sviluppava strumenti idonei all'educazione linguistica in una società finalmente consapevole della propria complessità, lavorava anche alla costruzione di pratiche e strumenti didattici capaci di insegnare almeno a galleggiare nel mare della storia sulla scia di quella straordinaria guida di inventare storie che ancora oggi è "La grammatica della fantasia" di Gianni Rodari, sono state molte le esperienze educative che sono riuscite a far tesoro delle acquisizioni della pedagogia e della psicologia per valorizzare gli strumenti propri della letteratura .... (pp. 12-13)

La lettura è un'attività che (...) modifica il campo di esperienza contribuendo sia a mettere insieme un repertorio di materiali da costruzione dell'immaginario ( frame, metafore...) sia a sviluppare competenze narrative, perché mentre facciamo inferenze, mentre mettiamo in collegamento parole, concetti, stiamo riattivando o modificando le nostre concezioni del mondo. All'interno dei mondi narrativi (...) noi sperimentiamo emozioni sentimenti e atteggiamenti e impariamo il funzionamento dei rapporti tra le persone dei fatti che possono accadere e delle loro conseguenze (...) Il docente di italiano ha la responsabilità della scelta delle storie da utilizzare e ha, inoltre, la responsabilità di sviluppare attraverso la lettura l'ascolto, il racconto orale e anche la riscrittura e la scrittura di testi narrativi - le competenze che possono consentire un utilizzo autonomo l'orale consapevole delle storie a cui gli alunni sono sottoposti che sono momentaneamente invitati ad abitare. (pp. 27-28)

La letteratura mette a disposizione degli insegnanti un magazzino pieno all'inverosimile di racconti i quali sono in grado di mettere in scena qualsiasi tipo di esperienza umana e diretta (...) La letteratura si è fatta invadente, pervasiva e per giunta poco identificabile soprattutto da quando si stanno imponendo pratiche narrative crossmediali in grado cioè di attraversare i vari media e di ricomporsi come per magia nella mente dei singoli fruitore, i quali sono invitati a prendere i pezzi del racconto dai mezzi a loro più congeniali e a riconfigurare poi le storie in modi pressoché infiniti. Questo tipo di consumatore si chiama prosumer: produttore consumatore (...) (p.41)

Una volta per capire quale fosse esattamente il compito di un insegnante era fondamentale leggere i programmi di studio dei suoi alunni. (...) i programmi si fondavano sulla centralità della disciplina, che era considerata - più o meno consciamente - il punto di partenza e il punto di arrivo del processo di insegnamento e apprendimento. (...) a partire dal 2003 l'espressione "Indicazioni nazionali" ha sostituito i programmi (...) per conoscere il suo dovere l'insegnante deve cercare di capire quali siano le competenze tra quelle indicate, descritte nelle Indicazioni nazionali al cui sviluppo, alla cui verifica può e deve contribuire la sua opera didattica. Si tratta di un cambiamento significativo frutto di un lungo lavoro culturale politico condotto in particolare dall'Unione Europea (p. 63)

Il fascicolo elaborato nell'ambito del PISA per la rilevazione della literacy in lettura dei quindicenni di oltre 50 paesi aderenti all'OCSE (...) notiamo che l'oggetto dell'indagine è molto specifico: la literacy in lettura (...) per literacy si intende la capacità di raccogliere utilizzare informazioni reperibili in testi scritti in grafici in tabelle ecc... (... ) e che si esercita su una pluralità di fonti (p. 74)

La letteratura è un deposito di storie in continua elaborazione. Queste storie sono strumenti grazie ai quali si esplorano mondi possibili, sottraendoci ai nostri bisogni immediati e trasportandoci in un altrove costruito da qualche parte nella nostra mente e nel nostro corpo, in un processo di simulazione che rende la storia di cui siamo partecipi un'esperienza (...) (p. 101)

Citazioni utili da "Insegnare con la letteratura fiabesca", Rosa Tiziana Bruno, Raffaello Scuola, 2018

La concezione della lettura Come semplice dovere scolastico è ormai superata. le recenti disposizioni ministeriali sottolineano che leggere libri è importante dal punto di vista affettivo relazionale e quindi sociale . (...) Le neuroscienze confermano i vantaggi della lettura considerandola un valido mezzo per aiutare i piccoli a porsi in relazione con se stessi e con gli altri (...) la narrativa influisce sull'apprendimento proprio perché coinvolge emotivamente. (p.3)

Rodari ci ricordava che i libri non si prescrivono come medicinali e tantomeno si impongono. fin dalla più tenera età i libri si consigliano si propongono si fanno scoprire e per consigliare occorre che l'insegnante conosca i classici della letteratura (...) un docente non è ovviamente chiamata a conoscere l'intero panorama editoriale, è necessario però che acquisisca punti di riferimento da cui attingere per la scelta. (...) ma che cos'è esattamente un classico? Italo Calvino spiega che si tratta di un testo universalmente decretato come importante, vero e fondamentale, perché supera i canoni del tempo, della cultura locale ed è in grado di arricchire chiunque venga in contatto con esso. (p. 21)

Lo scopo principale della lettura e riuscire a catturare immagini dalla parola scritta. queste immagini possono essere poi fermate e trasportate nella realtà in modi diversi: possiamo sottolinearle, raccontarle nuovamente, ricordarle, recitarle, sognarle, disegnarle, scriverle. Non si scrive senza leggere. (...) L'esercizio della creatività applicato alla scrittura e a ogni forma di narrazione ha il potere di migliorare la capacità di leggere il mondo, di articolare la propria esperienza, col risultato di accrescere l'autostima è la capacità di autovalutazione. (p. 29)